L’Occidente é nudo

Vent’anni fa, dopo l’attacco terroristico alle Torri Gemelle, Stati Uniti ed alleati guardarono all’Afghanistan come un problema globale e fu la guerra.

Oggi ce ne andiamo sostenendo che è una questione regionale non più globale, di fatto lasciando un caos che è il segno evidente del “fallimento strategico” dell’Occidente, le cui ripercussioni – secondo alcuni eminenti storici – rappresenteranno il “turning point” del 21esimo secolo.

E’ inutile disquisire degli errori dell’America e dei suoi alleati in Afghanistan se non elencarli puntualmente e farne tesoro per la gestione dell’immediato futuro e per il prosieguo. Certo è che hanno pesato l’assenza di una strategia chiara, coerente e pubblicamente articolata su cosa avrebbe dovuto essere questa guerra, oltre alla lotta al fondamentalismo islamico ed alla cosiddetta esportazione della democrazia.

Oggi che comunque quelle motivazioni non esistono più, evaporate nella strategia del ritiro ciò che rimane della nostra missione sono le immagini di un popolo sofferente che cerca di lasciare il proprio Paese inseguendo il sogno della “democrazia promessa” oltre confine.

E di fronte a questo esodo senza precedenti, una volta di più, l’Occidente è nudo.

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